mercoledì 19 agosto 2009

Vacone, natura da scoprire

Ci troviamo nella Sabina dei castelli pittoreschi e dei boschi sacri; la Sabina dei dirupi scoscesi e delle coste montane pienamente boscate, dove la natura si manifesta nelle forme più variegate, da quelle più aggressive e sconvolgenti a quelle più dolci e riposanti.
Le ville costruite di recente indicano l'interesse del turista per quest'area che sembra idealmente connettersi con il mondo romano dell'età imperiale, quando la classe senatoriale romana trovava in Sabina la "terra promessa" e vi edificava, come si rileva dai resti archeologici, le dimore adibite, nella pars urbana, a residenza signorile e, nella pars fructuaria, ad approvvigionamenti con appendice abitativa.
Il paesaggio costellato dalle alture dei Colli e dei Monti Sabini, dalle pendici rigogliose di un verde intensissimo in Primavera e in Estate e dai colori caldi e bruciati nell'Autunno e nell'Inverno, spesso ravvivate dal segno della presenza umana, fanno di questo luogo la meta ideale per riposare il corpo e lo spirito dal frastuono e dai ritmi frenetici della metropoli.
Il clima della zona è temperato, caratterizzato da una piacevole ventilazione nelle zone di maggiore altitudine; raramente, durante l'inverno, si verificano nevicate, grazie alla protezione dei Monti Sabini a NE, mentre la piovosità moderata nei periodi invernali ed autunnali rende fertile la terra.
L'agricoltura, malgrado le profonde trasformazioni sociali degli ultimi anni, rimane attività di notevole importanza insieme alla zootecnia ed allo sfuttamento delle aree boschive e del sottobosco, con produzioni di funghi, castagne e la presenza di bestiame allo stato brado.

lunedì 17 agosto 2009

Benvenuti nel nuovo sito di Vacone

Da oggi l'amministrazione comunale ha un nuovo sito. Un sito in veste di blog, che consentirà ai nostri uffici una più rapida attività di aggiornamento ed ai visitatori una più gradevole lettura dei contenuti. Inoltre, l'account Flickr del Comune di Vacone consentirà la visione di una ricca galleria fotografica e di filmati realizzati in occasione di eventi e ricorrenze. La versione precedente del sito sarà ancora attiva per il tempo tecnicamente necessario per la messa a regime dei nuovi contenuti. Auguriamo a tutti vaconesi residenti o meno nel comune una piacevole navigazione.
Il Sindaco - Giuseppe Mellini

Il Comune in cifre

Dati Demografici
Fascia Demografica: 01
Popolazione residente (Censimento 2001): MF: 246 - M: 121 - F: 125

Densità: 27 abitanti/kmq

Dati Topografici
Altimetria Max (m. sul mare): 1.080
Altimetria Min (m. sul mare): 250
Superfice Totale (Ha): 914
Superfice Urbana (Ha): 13 Km
Strade Interne: 2 Km
Strade Esterne: 22 Km
Strade Montane: 22

Classificazione climatica: zona E, 2306 GR/G

Il Comune di Vacone fa parte insieme ai Comuni di Cottanello, Configni e Montasola, dell'UNIONE DEI COMUNI della VAL D'AIA con sede in Configni, P.za Vittorio Emanuele I, 1 - Tel. e fax 0746 672208.

Statistica e imposte comunali
Codice ISTAT: 057 072
Conto Corrente Postale: 15041023 (valido per il pagamento di tutte le imposte comunali: ICI, TARSU, illuminazione perpetua, altro).
ICI: riscossione diretta c.c.p. n. 15041023 intestato a "Comune di Vacone Servizio Tesoreria", aliquota 6 per mille, detrazione abitazione principale pari a euro 103,30.
Addizionale Com.le IRPEF: 0,2 %

Collegamenti COTRAL
Vacone - Poggio Mirteto Scalo: 06,30 - 15,45 - 18,00
Vacone - Poggio Mirteto paese: 08,20
Poggio Mirteto Scalo - Vacone: 07,40 - 17,20
Poggio Mirteto paese - Vacone: 13,45

Organi amministrativi del Comune

Figure istituzioneli del Comune per il quinquennio 2009-2014


Sindaco: Giuseppe Mellini
Giunta municipale - Assessori: Monica Leonardi (vice sindaco), Marco Ferri, Massimiliano Onelli, Pietro Mancini.
Consiglio comunale - Consiglieri: Filomena Minicucci, Marino Capanna, Riccardo Troiani, Rolando Baldoni, Cesare Cherubini, Ferruccio Antonelli, Pietro Minicucci, Lorena Focassati, Roberto Renzi, Bruno Onelli, Orlando Gregori, Simona Romani.


Nuovo organigramma della proloco


Predisente: Alessia Minicucci
Vice Presidente: Cheikh Mohamed Alì
Direttivo: Massimiliano Onelli, Gianpaolo Pinna, Domenico Canali, Igino Capanna, Riccardo Troiani.
Segretario: Aurelio Minicucci

domenica 16 agosto 2009

Contatta il comune

Comune di Vacone - Provincia di Rieti
Sindaco: Giuseppe Mellini
Indirizzo: Via Pago, 22 - C.A.P. 02040
Tel.: 0746.676833
Fax: 0746.676930

Per informazioni sull'organizzazione e l'attività amministrativa scrivere a: info@comune.vacone.ri.it
comunevacone@virgilio.it

Per informazioni su eventi, manifestazioni, turismo ed ospitalità scrivere a:
ufficiostampa@comune.vacone.ri.it

Orario di apertura al pubblico della sede comunale:
dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 13.00

Numeri utili

Associazioni del comune
Pro Loco (Presidente: D.ssa Alessia Minicucci) - Via del Municipio

Biblioteca
Comunale "Rutilio Renzi"
- Aperta lunedì, mercoledì e venerdì dalle 15 alle 18

Ricettività alberghiera e ristorazione
Agriturismo Le Colline - SS. 313 (Ternana), km. 38+000 - Tel. 0746 676231.
L'azienda mette a disposizione 10 camere doppie con bagno privato, TV via satellite, minibar ed aria condizionata. Nel ristorante si possono degustare specialità regionali preparate con prodotti di culture biologiche. Lungo i vari ettari di terreno, vera oasi per il ripopolamento di animali selvatici, si snodano vari percorsi: da quello botanico, a quello per le mountain-bike.

Ristoranti
Solo per due - Via Villa di Orazio, 2 - Tel. 0746 676873.
E' il più piccolo ristorante del mondo: ha un solo tavolo ed accetta solo ed esclusivamente due persone a pasto. Non ci sono quindi ne code, ne file e ne turni; tutta l'attenzione è dedicata alle uniche due persone che hanno prenotato. Questa singolare caratteristica ha reso famoso il riostorante nel mondo, tanto da divenire negli anni un indirizzo imperdibile non solo per i turisti, ma specialmente per tutti gli innamorati.

Attività produttive
Impresa edile stradale Simone Ferri - S.S. 313, n. 7 - Tel. 0746 676816
Impresa edile stradale e frantoio Cairo Minicuccii - Via S. Giovanni, 20 - Tel. 0746 676844
O.M.A.C. snc, infissi in alluminio - Via Marchesa Augusta - Tel. 0746 676892

Servizi di utilità sociale

Ambulatorio medico - Via Municipio, 12 - Tel. 0746 676818
Ufficio Postale - Via della Libertà - Tel. 0746 676805
Ufficio parrocchiale - Via Pago, 2 - Tel. 0746 676823
Banca CA.RI.RI. - V.le Verdi 5, Cantalupo in Sabina - Tel. 0765 514160
ASL Rieti - V.le Matteucci 9, Rieti - Tel. 0746 2781 (centralino)
ASL Rieti - Emergenza sanitaria e guardia medica - Tel. 118
ASL Rieti - Ospedale Marini, Voc. Filoni 1, Magliano Sabina - Tel. 0744 9121
ASL Rieti - Distretto Sanitario Mirtense, Via Finocchieto, Poggio Mirteto - Tel. 0765 4481
Ambulatorio medico - Dott. Di Carlo, aperto martedì dalle 9 alle 10 e giovedì dalle 16 alle 17 - Tel. 0746 6768182
Dispensario farmacetico - Dott.sa Mastrogiacomo, aperto martedì e venerdì dalle 15 alle 16
Studio dentistico - Dott. Massimo e Sandro Menapace (prossima apertura)
Farmacia - Dott.sa Mastrogiacomo - Corso Foronovo 2, Torri in Sabina - Tel. 0765 62480
Carabinieri - Corso Foronovo 82, Torri in Sabina - Tel. 0765 62001
Scuola materna, elementare e media - Cottanello - Tel. 0746 66113-66030
CO.TRA.L. - Via Provinciale Stazione, Poggio Mirteto - Tel. 0765 26891
CO.TRA.L .- Capolinea - Viale G. De Vito, Poggio Mirteto - Tel. 0765 22272

Riserve e parchi

Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga - Via del Convento, Assergi (AQ) - Tel. 0862 60521- Fax 0862 606675.
Parco regionale dei Monti Lucretili - Via Attorno (Palazzo Borghese), Percile (Roma) -Tel. 0774 46020
Riserva naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile - Via A. Manzoni 10, Rieti - Tel. 0746 200999
Riserva naturale Montagne della Duchessa - Sede presso il Comune di Borgorose (Rieti) - Tel. 0746 314801
Riserva naturale Monte Navegna e Monte Cervia - Via Roma 35, Varco Sabino (Rieti) - Tel. 0765 790139
Comunità Montana IV "Sabina" - Via Giuseppre De Vito 8/A, Poggio Mirteto (Rieti) - Tel. 0765 423586

Come arrivare


Visualizzazione ingrandita della mappa

Il mezzo consigliato è l'automobile.

Per chi arriva da Roma è possibile uscire al casello dell'A1 di Ponzano Romano. Dopo il pagamento del pedaggio proseguire lungo il raccordo autostradale fino alla congiunzione con la SP 657 Sabina; all'incrocio, girare a destra in direzione di Poggio Mirteto fino alla congiunzione con la SS 313 Ternana. All'incrocio, girare a sinistra e proseguire fino al km. 31,700 della Statale, dove è situato il bivio per Vacone.

Per le provenienze da nord (Firenze) è consigliabile il casello di Magliano Sabina; dopo il pagamento del pedaggio seguire le indicazioni per Magliano e successivamente per Montebuono e da qui seguire le indicazioni per Terni. Qualche kilometro dopo l'abitato di Rocchette ci si ricongiungerà con la S.S. Ternana, a poche centinaia di metri dal bivio per Vacone.

Per chi arriva da Terni: da Piazza della Repubblica, proseguire lungo Corso del Popolo superando la rotatoria. Al secondo semaforo girare a destra per via XX Settembre, poi immediatamente a sinistra invertendo la direzione di marcia. Girare alla prima a destra per via Mentana seguendo le indicazioni per Passo Corese, quindi percorerre la SS 313 fino al bivio per Vacone.

Per chi arriva da Rieti: uscire dalla città seguendo le indicazioni per Contigliano. Una volta superato l'abitato di Contigliano proseguire lungo la SP 45 in direzione di Cottanello, successivamente proseguire sino alla congiunzione con la SS 313 Ternana. Al bivio, girare a sinistra quindi seguire le indicazioni per Vacone.

Chiesa di S. Stefano

Si tratta della prima chiesa cristiana del territorio, risalente al X secolo, situata lungo la strada comunale "Sasso Grosso" per Terni.
Essa si presenta attualmente quasi completamente diruta. Sappiamo però che aveva una torre quadrata adibita a campanile costruita con resti provenienti dalla vicina villa di Orazio. Nella base, infatti, troviamo una lapide rettangolare con caratteri dell'epoca imperiale che testimonia tale provenienza.

Chiesa parrocchiale di S. Giovanni Evangelista

Adiacente al castello è la chiesa parrocchiale di S. Giovanni Evangelista. La chiesa risale al XII secolo ma i successivi e profondi rifacimenti, soprattutto quello del 1539, (come possiamo notare nell'architrave in travertino sopra l'ingresso) ne hanno modificato l'architettura romanica iniziale. Le modificazioni riguardano sia l'interno che l'esterno, tranne l'abside semicircolare sul retro della chiesa.
Le capriate del tetto furono sostituite dalla volta a botte e l'austera facciata romanica fu tutta adornata baroccamente con piastrini di stucco. In tempi più recenti, la facciata è stata ricoperta da un discutibile intonaco bianco che le dà un'aria vagamente messicana.
In una nicchietta, a fianco della porta, è appena visibile un affresco che rappresenta la Madonna con il Bambino in braccio, di probabile epoca duecentesca. La chiesa è caratterizzata dalla navata unica e ha cinque altari.
L'opera d'arte più notevole è un trittico su tavola a tempera attribuito ad Antoniazzo Romano che si trova sopra l'altare maggiore. L'opera rappresenta il santo protettore della parrocchia (S. Giovanni Evangelista) fiancheggiato nei due pannelli laterali dalle figure dell'apostolo Paolo e del protomartire S. Stefano con le scene sottostanti relative al loro martirio.
Da notare anche il quadro della Madonna del Rosario che rappresenta la S. S. Vergine con il Bambino in braccio nell'atto di offrire a S. Domenico e a S. Caterina la corona del Rosario con intorno i quindici misteri.
Di questo dipinto si sa solo che è stato fatto su disegno di Girolamo Troppa, nativo del vicino paese di Rocchette.

sabato 15 agosto 2009

Il Castello

Arrivati nella piazza del vecchio Municipio (ora Biblioteca comunale dedicata a Rutilio Renzi, sindaco di Vacone a cavallo degli anni '50 e '60 del secolo scoso) troviamo l'ingresso meridionale del castello, che occupa una posizione dominante nel poggio su cui sorge l'abitato di Vacone. Le prime notizie del Castello risalgono al 1027; si sa che appartenne all'abbazia di Farfa poi a varie famiglie nobili tra cui gli Orsini, i Caetani, gli Spada, i Vaini ed infine i Marini Clarelli.
Questi ultimi, nella persona di Antonio Clarelli, rinunciarono in data 18 novembre 1816 ai diritti feudali su Vacone.
Il castello è oggi proprietà di un privato per cui è impossibile visitarlo al suo interno. Continuando a costeggiare a destra le mura del castello si giunge all'entrata nord: qui è possibile ammirare l'imponenza di un leccio secolare tra i più grandi e ben conservati della Sabina.

Itinerario oraziano

La terra di Vacone è ricca di siti storici ed archeologici di enorme importanza giammai adeguatamente valorizzati; è intenzione dell'Amministrazione Comunale riordinare l'Itinerario Oraziano che ripercorre tutte le località che fecero da scenario all'opera del Poeta Quinto Orazio Flacco dal 33 a.C. in poi, nel suo soggiorno in Sabina.
Questo piacevole itinerario sarà percorribile autonomamente sia a piedi che in macchina, oppure contattando l'Ufficio Turismo e Cultura del Comune di Vacone (0746 676833) che periodicamente fornirà una guida opportuna. Il tempo complessivo massimo dell'itinerario è di circa un giorno.

L'itinerario si snoda attraverso i toponimi rintracciabili nell'opera oraziana ed ulteriormente ricordati in una ricca tradizione erudita: nel 1703 il Cardinal Bartolomeo Piazza descriveva in modo minuzioso questi luoghi, avvalorando l'opinione dei suoi predecessori.
Si parte dalla famosa villa donata da Mecenate al poeta nel 33 a.C..
Le vestigia attualmente visibili consistono nei monumentali criptoportici, i mosaici, le pavimentazioni ad opus spigatum, il ninfeo, simboli fallici, murature ad opus latericium ed opus incertum gli intonaci ed alcune strutture produttive necessarie all'autarchia ed al sostentamento del complesso abitativo.
Da qui si osserverà un meraviglioso panorama sulla valle Sabina. Dalla villa ci si sposta alla celebre Fonte Bandusia (carm. 3,13), dove, poco prima, troviamo la chiesa intitolata alla Madonna della Fonte. Questa ha un unico altare e la sua costruzione risale alla metà del XVII secolo; vi si celebra la festa ogni anno nella ricorrenza della Presentazione di Maria S.S.ma al Tempio.
Nella vigilia dei Fontanalia, festa che ricorreva il 13 ottobre, secondo Varrone (ling. 6,22), si gettavano ghirlande nelle fonti e si coronavano i pozzi; nell'Ode il Poeta promette libagioni di vino, corone di fiori ed il sacrificio di un capretto.

"O fonte di Bandusia, limpida come il cristallo, domani t'offrirò libagioni di vino, corone di fiori ed il sangue di un capretto con la turgida fronte dalle corna nascenti per destinarlo alle battaglie d'amore. Invano, giacché tingerà di rosso sangue le tue gelide correnti. Te non raggiunge la torrida canicola, tu con le fresche acque La Fonte Bandusia offri ristoro ai buoi stanchi d'arare ed al gregge errante. Anche tu diverrai una delle fonti famose, poiché io canto il leccio che ombreggia il tuo antro e la roccia ove sgorgano le tue acque mormoranti".

Dalla Fonte Bandusia si potrà proseguire verso il paese di Vacone ove probabilmente era situato il tempio della dea Vacuna (Fanum Vacunae). Giunti al paese di Vacone si osserverà un incantevole panorama su tutta la Sabina e svetterà sulla destra il monte Soratte, cantato nella celebre ode a Taliarco (carm. 1,9).

"Guarda come s'erge il Soratte candido per l'alta neve, stanche selve non ne sostengono più il peso e per il gelo pungente le correnti dei fiumi sono immobili. Sciogli il freddo o Taliarco, ponendo tanta legna sul focolare, versa il vino di quattr'anni dall'anfora Sabina...".

Dietro il paese "post Fanum putre Vacunae" (Epist.1,10,49), in corrispondenza delle mura medioevali del castello, ancora oggi si rievocano i festeggiamenti alla dea Vacuna (Sacra Vacunae), ai quali partecipano tutti gli abitanti.
Da questo luogo si dovrà posizionare lo sguardo in direzione della vetta del monte (Virgilio, Eneide, libro VII, 1003-1016), sarà possibile distinguere chiaramente quello che Orazio stesso (carm. 1,17) chiama "le valli e le lisce rocce dell'Arso colle declive" (11-12).
L'itinerario si concluderà raggiungendo il Pago (carm. 3,18), il misterioso bosco sacro cantato anche da Plinio. Questo luogo rappresenta qualcosa di ancestralmente profondo nell'animo di tutti gli abitanti di Vacone, tanto da essere ancora oggi meta e scenario nei momenti di festa dell'intera comunità.

Non possiamo fare a meno di notare la piccola chiesa di S. Michele Arcangelo, attigua al complesso turistico (composto da una sala polifunzionale da 40 posti con annessa cucina che può essere affittata ad un costo di circa 75 euro al giorno rivolgendosi al Comune, telefonando allo 0746 676833) che un tempo era una residenza per eremiti.
La sua costruzione fu voluta dalla famiglia Vaini, già proprietari del castello e risale al XVII secolo. Oggi la chiesa è molto richiesta per la celebrazione di matrimoni e altre cerimonie, visto l'incantevole scenario del bosco vaconiano che le fa da cornice, recentemente attrezzato con barbecue, tavoli da pic-nic ed area camping con servizi igienici.

Fiere e Mercati

Nel 2003 è tornata a Vacone una delle più antiche fiere mercato del Lazio. La nascita della manifestazione che si tiene il Località Osteria, lungo la Strada Statale Ternana, risale, infatti, al 1861.
Con il tempo, l'appuntamento ha assunto un'importanza commerciale sempre crescente, tanto da far convenire nel paese della Bassa Sabina, operatori economici da tutto il Lazio, dall'Umbria, dalla Toscana, dalla Campania.

Negli ultimi venti anni, la manifestazione è andata incontro ad una flessione di partecipazione da parte degli espositori a causa della concorrenza dei molti appuntamenti di simile natura.
Per volontà del'attuale sindaco, Renato Renzi, e grazie ai contributi della dalla IV Comunità montana "Sabina", è stato finalmente possibile recuperare il sito originario nel quale si svolgevano le prime edizioni, ovvero una zona interna rispetto alla sede stradale, che consentirà una razionale sistemazione degli stand espositivi ed una migliore accoglienza del pubblico.
L'obiettivo dichiarato dell'amministrazione comunale è quello di far tornare la fiera mercato ad essere appuntamento di riferimento per la Bassa Sabina. La rinnovata fiera di Vacone ha luogo la seconda domenica di ogni mese.

venerdì 14 agosto 2009

Pentecoste e S. Giovanni Evangelista

Nel giorno di Pentecoste si svolgono le celebrazioni religiose, come la tradizionale processione e la fiaccolata che sale al santuario sul Monte Cosce.
Il 27 dicembre si celebra S. Giovanni Evangelista, Patrono del paese.

Festa d'Autunno

L'ultima domenica di ottobre, nell'incantevole scenario del Pago (l'antico Pagus romano), si possono gustare le delizie di stagione come polenta, salsiccie, castagne e vino novello.

Un'estate a Vacone

Tradizionale appuntamento estivo che si svolge ogni anno ad agosto per allietare le giornate e le serate dei villeggianti e della popolazione locale e dei paesi circostanti.
Tutti i giorni un'appuntamento: cinema all'aperto, spettacoli musicali e di cabaret, fuochi d'artificio, giochi popolari, appuntamenti sportivi, gastronomia e passeggiate nella natura.
Per informazioni sul calendario, rivolgersi al Comune (tel. 0746 676833).

giovedì 13 agosto 2009

Giornata della fregnaccia

L'ultimo fine settimana di agosto, al Pago, immersi nel bosco si svolge il tradizionale appuntamento con uno dei piatti più noti della tradizione sabina.
Il sapore pieno della fregnaccia è dovuto alla genuinità dei prodotti locali che entrano nella composizione di questa tipica frittella, a cominciare dall'acqua e dalla farina, per continuare con la mentuccia e dulcis in fondo, l'olio extravergine d'oliva.

Sacra Vacunae

"...Ante focos olim scamnis considere longis mos erat, et mensae credere adesse deos; nunc quoque, cum fiunt antiquae Sacra Vacunae, ante Vacunales stantque sedentque focos..." (Ovidio, I Fasti, VI, 305-308).
Sacra Vacunae è l'evento di maggiore interesse nel panorama delle manifestazioni vaconesi.
Si tratta di una rievocazione storica in costume dedicata ai fasti della Dea Vacuna e all'antica Roma. Tre giorni per conoscere e degustare vini di qualità, assaporare antiche ricette, prelibatezze gastonomiche artigianali e scoprire nuovi e suggestivi percorsi turistico-ambientali.
Un'inedita combinazione di sapori e luoghi, all'insegna della salvaguardia culturale del territorio vaconese, accompagnata da dibattiti, sfilate e giochi in costume e gli immancabili spettacoli pirotecnici.
Per la sua importanza, Sacra Vacunae si svolge sotto il patrocinio della Regione Lazio, della Provincia e dell'APT di Rieti ed altre importanti istituzioni, ogni anno nell'ultimo fine settimana di giugno.
Per informazioni rivolgersi al Comune (tel. 0746 676833).

Il Vaconio

Tra le figure più illustri, native del nostro territorio, emerge il Vaconio, così chiamato dal paese nativo "a Vacuna in Sabinis", eminente giureconsulto, che, fiorito agli inizi del secolo XVI, lasciò gran nome di sè per l'insegnamento della giurisprudenza ed opere famose di diritto civile.
Per l'acutezza delle sue indagini e la molteplicità della sua dottrina fu ritenuto uno dei più cospicui giuristi della sua età.
Maestro al nobilissimo Francesco Colonna, arcivescovo di Taranto, della cui famiglia principesca fu sapiente patrocinatore, coetaneo dei più celebri giuristi del suo tempo come Antonio Goveani, Antonio Conti, Giacomo Raveardi, Rainaldo Corsi, Nicolò Belloni, fu seguito da una falange di amici, ammiratori e discepoli.
Tra questi ultimi possiamo notare Alessandro Albertoni di Carsòli, il quale per alto sentimento di gratitudine verso l'insigne maestro e per offrire agli studiosi qualche saggio del suo versatile ingegno, raccolse, commentò e pubblicò le sue lezioni.

Dea Vacuna

La divinità principale dei sabini era la dea Vacuna.
Il culto di questa divinità con testimonianze si hanno sopratutto tra la fine dell'età repubblicana e la prima età imperiale.
Lungo la via Salaria, tra le attuali cittadine di Cittaducale e Castel S. Angelo, si trova il Lago di Paterno, identificato comunemente con il lacus Cutiliae; il lago era alimentato da una sorgente salutare e sacra a Vacuna.
Nel lago fluttuava una piccola isola appena emergente dalle acque e Terenzio Varrone ricorda il culto arcaico e probabilmente oracolare, legato alle Lymphae Commotiles, così chiamate dallo spostarsi dell'isola.
Un'altra divinità venerata nella sabina (come attestato dalle epigrafi rinvenute a Trebula Mutuesca "Montebuono") e in tutta l'area centro-italica, è la dea Feronia il cui culto è legato alla fertilità e l'agricoltura, il principale santuario Lucus Feroniae si trova nei pressi di Fiano Romano.
Tra le divinità locali ricordiamo Sanctus e Pater Reatinus, inoltre ci sono testimonianze di culti verso Giove, Ottimo Massimo, Ercole.

mercoledì 12 agosto 2009

La fauna

Storicamente la fauna dei Monti Sabini già tra l'XI e il XII secolo si rivelava assai varia e caratterizzata da ungulati di grossa e media taglia, come il cervo, il capriolo e il cinghiale; anche il lupo e l'orso erano piuttosto diffusi e costituivano le principali specie predatorie di queste montagne.
Circa questi ultimi due mammiferi, le cronache riferiscono che gli ultimi lupi furono abbattuti tra gli anni 1950 e 1960; per l'orso, invece, gli ultimi avvistamenti risalgono al 1500. Comunque, attualmente, dei due grossi carnivori non rimane alcuna traccia.
Tra gli ungulati solo il cinghiale, per la sua alta capacità di riproduzione e per la sua rusticità, popola ancora frequentemente i boschi di Vacone, mentre per il cervo e il capriolo le ultime segnalazioni risalgono al 1600.

Per quanto riguarda i mammiferi di taglia inferiore, l'avifauna e le altre componenti faunistiche, si riporta è una lista degli animali che si possono incontrare, purtoppo abbastanza timorosi, poiché è una zona nella quale viene praticata la caccia.
Mammiferi: arvicola, quercino, riccio, moscardino, ghiro, gatto selvatico, istrice, lepre, faina, tasso, donnola, scoiattolo, volpe.
Avifauna: a parte la numerosa presenza di passeriformi, l'appassionato di birdwatching può osservare: civetta, assiolo, gufo, poiana, cuculo, colombaccio, cornacchia grigia, picchio rosso maggiore e picchio verde, falco pellegrino, gheppio, ghiandaia, cincia, gazza, allocco, barbagianni, upupa.
Anfibi: rospo comune, raganella, salamandrina dagli occhiali, tritone comune, tritone crestato, rana verde, rana italica, rana dalmatina e, di importante segnalazione, l'ululone dal ventre giallo.
Rettili: orbettino, ramarro, lucertola campestre, luscengola; da ricordare tra gli ofidi: cervone, biacco, coronella austriaca, colubro di Esculapio, natrice tessellata e dal collare, vipera aspis.
Artropodi: oltre alle specie comuni alla zona di riferimento, una nota particolare riguarda un lepidottero (farfalla) di grandi dimensioni e di notevole bellezza: Caraxes Jasus. Questo insetto, superstite di una fauna mediterranea calda africana, nella forma larvale di bruco, si nutre del corbezzolo.

La flora

Se è vero che il territorio vaconese non si discosta dalle caratteristiche generali peculiari dei Monti Sabini, c'è da notare che riveste invece una particolare importanza come punto di confluenza di due ben distinti areali geografici: la macchia mediterranea e la macchia appenninica.
E' noto che all'inizio dell'era quaternaria, il mare copriva tutto il Lazio ed emergevano soltanto, a nord, il Soratte, i monti Sabini, i monti della Tolfa, a sud i Lepini, gli Ausoni e gli Aurunci.
L'antica linea di costa si può ancora riconoscere lungo il versante occidentale dei monti Sabini, ricercando le tracce di organismi marini, quali perforazioni e canalicoli facilmente riconoscibili sulle rocce calcaree.
L'intervento dell'uomo ha alterato le tracce superficiali, soprattutto per l'avvenuta rimozione delle pietre dai terreni coltivati e il loro utilizzo come materiali da costruzione.

Un'osservazione attenta consente ancora oggi di trovare reperti interessanti, soprattutto alle quote più basse. La presenza di macchia mediterranea a notevole distanza dal mare rappresenta un'ulteriore testimonianza del paleoambiente marino.
Si può così ritrovare una fantasiosa varietà di specie vegetali mentre le aree coltivate sono spesso adiacenti ai boschi. La copertura della macchia mediterranea-appenninica si trova così interrotta e sostituita da specie agrarie come l'olivo e la vite, che sono gli elementi dominanti dell'attuale paesaggio.

L'olivo in particolare riveste notevole interesse, vista l'altissima qualità dell'olio prodotto, caratterizzato dal bassissimo grado di acidità, grazie alla crescita su terreni prevalentemente sassosi.
Per quanto riguarda il patrimonio boschivo la parte del leone la fa il leccio (quercus ilex) mentre le altre specie (castagno, quercia, cerro, orniello, olmo, ecc.) rientrano nella media fascia forestale dei Monti Sabini.
Tra le specie arboree la cui presenza è di un qualche interesse ricordiamo: il pino di Aleppo, il sorbo domestico, il terebinto, il corbezzolo, l'acero montano, il sambuco, l'alloro.
In tutte le stagioni si possono osservare le manifestazioni della flora; così, per esempio, nel periodo invernale si può ammirare il lussureggiante splendore del viburno, con le drupe tondeggianti di colore blu-nero con riflessi argentei.

Sui prati montani si possono incontrare numerose piante note per le loro virtù medicinali come, per esempio, la santoreggia (chiamata localmente mentuccia, utilizzata anche in cucina), il finocchio selvatico, l'elicriso italico dall'intenso profumo di nettare, l'elegante euforbia arborea, la borragine dai fiori blu cobalto e, non ultima, la juniperus sabina, arbusto dal forte odore e dal sapore aromatico e resinoso.
Tra le specie erbacee meritano una menzione alcune orchidee spontanee del genere Orchis e Ophris (rispettivamente le limodorum abortivum e le hymantoglassum ircinium).
Da ricordare infine i prodotti pregiati dei boschi: i funghi, tra cui i tartufi. Tra i funghi eduli, ricordiamo quelli che hanno una maggiore fama gastronomica: il porcino (boletus edulis), l'ovolo buono (amanita caesarea) il galletto (cantharellus cibarius).

Importante è anche la presenza dei tartufi neri nelle sottospecie tuber melanosporum e tuber aestivum.
Per informazioni micologiche particolareggiate, si rinvia alla letteratura specializzata.
In questa sede, sembra doveroso ricordare che accanto alle pregiate specie commestibili, si registrano numerose presenze di varietà velenose, tra le quali l'amanita phalloides e l'amanita muscaria sono particolarmente temibili.
E' noto che la ricerca dei funghi eduli è un'arte che esige una lunga pratica. A prescindere dalla necessaria autorizzazione amministrativa per la raccolta, stabilita da un'apposita legge della Regione Lazio, la mancanza di esperienza può nascondere insidie anche mortali.

Nei dintorni

A Vescovio (Torri in Sabina, 4 km da Vacone) sulla Strada Provinciale Sabina, presso l'ex Casa Cantoniera sorge il Museo Territoriale dell'Agro Foronovano.
Il museo conserva i reperti rinvenuti durante gli scavi nell'area archeologica di Forum Novum, centro nato nella seconda metà del II sec. a.C. come luogo di mercato in un'area compresa tra il Tevere e i monti Lepini e ben collegata dalla via Flaminia e dalla Salaria.
Gli scavi effettuati tra il 1969 e il 1975 hanno portato alla luce vari ambienti appartenuti a edifici del Foro.
Il museo è dotato di accesso ai disabili e di servizio di visita guidata.
Aperto su richiesta, ingresso gratuito.
Per informazioni, tel. 0765 608197.

Vacone è un punto di partenza ideale per gite ed escursioni nella provincia di Rieti, in Umbria e nella vicina Tuscia.
Entro un'ora di percorrenza in auto è possibile arrivare al Terminillo e godere del clima dell'alta montagna, visitare le cascate delle Marmore, le più maestose d'Europa, visitare città d'arte come Spoleto e Viterbo, ed ancora la Valle Santa presso Rieti dove visse a lungo S. Francesco d'Assisi, l'Abbazia di Farfa, praticare canottaggio sul lago di Piediluco o semplicemente rilassarsi presso una delle tante piscine raggiungibili percorrendo poco più di 10 chilometri.
Cultura, natura, sport, spiritualità e percorsi enogastronomici costituisco un'offerta turistica completa e sempre più attraente come testimoniano le sempre crescenti presenze di turisti, soprattutto stranieri.

Itinerari trekking e mountain bike

Vacone - Rifugio Ferri - Cima Boschetto (altitudine 607 m)
Tempo di percorrenza: 1,20 ore
Dislivello: 90 m.
Segnavia: rosso, n. 2
Condizioni del percorso: strada asfaltata e sterrata, sentieri nel bosco.
Si segue il percorso Vacone - Cima Testone sino al bivio con la strada sterrata e si imbocca quest'ultima. Sorpassato sulla sinistra il rifugio montano (ci si può rifornire di acqua potabile) si prosegue fino ad uno spiazzo con un pozzo ed un fontanile dove finisce la strada carrozzabile.
A questo punto, tornando indietro, si seguono le indicazioni del bivio sulla sinistra e, seguendo con molta attenzione la pista nel bosco, si giunge sulla spianata della cima Boschetto.

Vacone - Cima dell'Immagine - Romitorio (altitudine 806 m)
Tempo di percorrenza: 1,45 ore
Dislivello: 330 m.
Segnavia: celeste, n. 3
Condizioni del percorso: salita impegnativa su strada asfaltata, poche possibilità di trovare ombra.
Si segue il percorso Vacone - Cima Testone sino al bivio con la strada sterrata. Si segue a questo punto a sinistra la strada asfaltata fino a raggiungere un piccolo spiazzo con un'edicola religiosa (Cima dell'Immagine).
Qui è consigliabile riposarsi all'ombra prima di affrontare l'ultima erta finale che porta a raggiungere il romitorio, piccolo santuario dedicato S. Maria della Pietà, incastonato tra i boschi del monte Cosce.
Da questa ardita costruzione seicentesca il panorama riesce a togliere il fiato: tutto d'intorno solo il silenzio della natura.
Per questo, nel passato, il luogo era noto come romitorio di S. Orsola, punto ideale per isolarsi dal mondo e cercare la meditazione.
Interessante è l'elegante campaniletto a vela dove troviamo una campana con l'immagine di Gesù con l'iscrizione "Maria gratia plena".

Vacone - Colle Castagna - Monastero di S. Gangolfo (altitudine 713 m)

Tempo di percorrenza: 2,30 ore
Dislivello: 200 m.
Segnavia: blu
Condizioni del percorso: itinerario facile su strada sterrata, ideale in bicicletta.
Dal punto di partenza si risale a sinistra la strada che conduce al municipio e al cimitero e si segue la strada sterrata fino al bivio per il Pago dove si gira a destra. Da qui, dopo molti saliscendi, si arriva ad una radura con una fontana-abbeveratoio: è opportuno fare attenzione agli eventuali animali presenti.
Nelle vicinanze, proseguendo la strada in salita, si trovano i resti del monastero di S. Gandolfo (sec. X). Se si è in compagnia di una guida o di un conoscitore della zona è consigliabile visitare le sorgenti del Collalto (acqua molto leggera che è possibile assaggiare dalla fontana all'ingresso del paese), e la grotta Cherubini una profonda cavità carsica che si trova circa a metà del percorso che si narra sia stata abitata sin dal Neolitico.

Vacone - Casali - S. Sebastiano (altitudine 350 m)
Tempo di percorrenza: 1,5 ore
Dislivello: (al ritorno) 128 m.
Segnavia: arancione, n. 6
Condizioni del percorso: strada asfaltata e sterrata senza particolari difficoltà, percorribile in bicicletta. Scarsa la possibilità di riposarsi all'ombra.
Dal punto di partenza si deve proseguire per la piazza che fa da ingresso al paese. Si prosegue nella strada che scende a destra e si gira ancora a destra al successivo bivio.
Giunti alla confluenza con la strada provinciale, si attraversa quest'ultima e ci si immette nella strada sterrata che scende a valle. Si arriva così ad un'altra strada asfaltata che va percorsa verso destra superando la chiesa di S. Maria della Fonte e la celebre Fonte Bandusia (è d'obbligo degustare la freschissima acqua decantata da Orazio).
Si prosegue fino ad un bivio e ci si immette in una strada sterrata. Dopo un percorso di 15 minuti, si raggiunge la radura di S. Sebastiano dove sorge l'omonima chiesetta rurale. Quest'area presenta notevole interesse per la presenza di rare farfalle e di altre specie entomologiche.

Quinto Orazio Flacco

Quinto Orazio Flacco fu il massimo poeta lirico della latinità. Nato a Venosa nel 65 a.C. da un liberto, frequentò a Roma, con grande sacrificio del padre, le migliori scuole del tempo.
Completò la sua istruzione ad Atene e partecipò nello scontro a Filippi nel 42 a.C. tra gli sconfitti.
Le precarie condizioni economiche, aggravate dalla confisca dei beni paterni, lo costrinsero ad accettare un modesto impiego. In quel tempo incominciò a scrivere le prime Satire ed i primi Epodi, che lo fecero conoscere negli ambienti letterari e gli procurarono l'amicizia di Virgilio e di Mecenate, che sarebbe poi divenuto il suo più grande amico, donandogli nel 33 a.C una villa in Sabina ove il poeta si ritirò.
Negli anni seguenti attese alla composizione delle Odi e delle Epistole.
Morì nell'8 a.C., pochi giorni dopo il decesso di Mecenate. Orazio fu poeta assai elegante e cultore impareggiabile dell'espressione finissima.
Egli inoltre introdusse molti metri lirici e neologismi nella poesia latina, che in tal modo arricchì, portandola ad elevatissimi livelli.

Un po' di storia

Grandi poeti dell'antichità, come Orazio, Ovidio e Virgilio hanno cantato in versi l'amenità di queste terre e possono introdurre all'esplorazione dei differenti paesaggi naturalistici offerti da quest'angolo di Sabina.
L'origine del toponimo Vacone deriva dal culto della dea Vacuna e dal fatto che in questi luoghi doveva trovarsi un fanum vacunae, cioè un tempio dedicato alla dea.
Il culto di Vacuna era molto seguito nell'antica Sabina tanto che lo stesso Numa Pompilio, re sabino di Roma, insegnò al popolo romano a rispettare questa divinità. Secondo la tradizionale interpretazione la dea era protettrice dei villeggianti, di coloro che si davano ai divertimenti ritemprando la propria salute fisica negli spensierati ozi della campagna.
Da ciò sarebbe quindi derivato il vocabolo latino vacare che significa cessare con il riposo dalle molestie preoccupanti dell'animo; come vacanze si chiamano appunto quei periodi di riposo destinati alla tranquillità e ai passatempi.

Secondo altri studiosi, Vacuna va invece considerata come la divinità dei boschi, delle acque, della natura, e della fertilità. Sul suo territorio numerosi sono i resti di età romana, tra i quali spicca la struttura della villa del grande Poeta latino Quinto Orazio Flacco.
La presenza della vicina Fonte Bandusia (Fons Bandusiae), il Pago (Pagus) e la nitida vista del monte Soratte, fanno riconoscere in questi luoghi il fundus donato da Mecenate al Poeta nel 33 a.C.

Le prime notizie del castello di Vacone risalgano al 1027 quando, Susanna, con il consenso del marito Attone, donò al monastero tutto ciò che aveva ereditato dal padre Landolfo e dalla madre Tassia nel castello di Vacone.
Il castello cadde agli inizi del XIII secolo, in potere di una famiglia nobile romana (Ogdolina) ma la popolazione reagì violentemente all'imposizione del dominio signorile tanto da spingere Papa Gregorio IX a riacquistare i diritti del castello di Vacone, in modo da restituire pace e quiete al castello, ma anche all'intera Sabina.
Il castello passò poi agli Orsini nel 1364 che successivamente lo lasciarono in eredita ai Caetani, che a loro volta lo vendettero al Conte Gasparo Spada. Il dominio di Gaspare Spada su Vacone fu costellato da una serie di vessazioni inflitte agli abitanti, obbligati, tra l'altro, a contribuire alle spese per la costruzione del palazzo baronale.
Alla sua morte, avvenuta in Roma nel 1624, gli successe la vedova Virginia Mattei. Il castello fu poi venduto ai Caccia di Sant'Oreste, dai quali passò al marchese Angioletti. Il nobile bolognese nel 1658 la vendette a Guido Vaini, successivamente alla morte di quest'ultimo, il castello venne venduto al nobile reatino Antonio Clarelli.
Il 18 novembre del 1816 il marchese Antonio Clarelli rinunciò ai suoi diritti feudali su Vacone che, con 283 abitanti, divenne appodiato di Torri tornando Comune autoctono nel 1827.

martedì 11 agosto 2009

Il territorio

Il territorio del comune di Vacone è quasi totalmente montano, ha un'estensione di 914 kmq e conta attualmente circa 265 abitanti residenti.
Situato a circa 70 km da Roma, 30 da Rieti e 20 da Terni, il comune di Vacone, confina a N con quello di Configni, a NE con Cottanello ed a SSE con il comune di Torri in Sabina.
Il territorio, alquanto vario con gli ampi tratti boscosi che vengono interrotti dagli affioramenti rocciosi e dai fenomeni di microcarsismo (doline, antri e grotte con stalattiti e stalagmiti), è ammantato da una vegetazione rigogliosissima e varia che contribuisce a dare al paesaggio un aspetto unico e gradevole, privo di asprezze degne di nota, e presenta caratteri di grande valore naturalistico e notevole interesse paesaggistico.
L'abitato è arroccato a 510 slm, sulle pendici del Cosce, un monte di non evelata altitudine (1.124 metri) ma imponente nella sua mole, tanto da essere visibile, nelle giornate limpide, dal centro di Roma.
Gli accessi pricipali al centro abitato sono sulla Strada Statale Ternana. Provenendo da Roma, il benvenuto al visitatore è dato da un magnifico viale alberato che scavalca il torrente Imella, ora pressoché asciutto, ma un tempo luogo prediletto, durante le bella stagione, di passeggiate rinfrescanti.
Dopo aver superato una strettoia definita dall'antica fattoria dei Marini Clarelli e una chiesuola dedicata alla S.S. Annunziata (edificio sacro risalente al 1600), tra i verdi prati pianeggianti di quella zona che è conosciuta come "Osteria di Vacone", sulla sinistra si arrampica la strada che porta al centro abitato.
Man mano che saliamo, Vacone ci appare sotto diverse prospettive, tanto da sembrare alternativamente molto vicino oppure lontanissimo. Al termine della strada, alla nostra destra ci sorprende uno dei più bei panorami della Sabina: la piazza principale del paese (Piazzale Vaconio) è una magnifica terrazza dove la vista può spaziare sui Monti Sabini, fino al Soratte ed ai Monti Cimini, arrivando a Roma.
Alla nostra sinistra, la porta di accesso al paese (sopra l'arco a tutto sesto della porta è ancora visibile il fregio scolpito in pietra degli ultimi nobili proprietari del castello: i marchesi Marini Clarelli), caratterizzato da una struttura medioevale, un tempo costituita di muri merlati, della quale rimane oggi solo il torrione quadrato difeso nella parte superiore da una caditoia, fatto di stretti vicoli che spesso terminano in piccole piazze dalle quali è possibile ammirare la natura circostante.

Dal paese è possibile intraprendere initerari che attraversano boschi ancora incontaminati, ideali per chi vuol fare attività sportiva, a piede o in mountain bike, oppure arrivare fino alla cima del Monte Cosce; altri percorsi, uniscono Vacone ai comuni vicini.
In zona Pago è stata di recente attrezzata una zona per il campeggio, che può essere effettuato durante tutto l'anno.
Per chi arriva da Terni, e quindi dal nord Italia, l'ingresso nel territorio di Vacone è segnato da una verdissima strada che, dopo pochi chilometri, si ricongiungerà a quella principale di accesso al centro abitato.

Importanti sono i ritrovamenti archeologici presenti sul territorio e nei comuni vicini, che testimoniamo una storia plurimillenaria di questi luoghi.
Questo è il territorio del comune di Vacone, un'Italia sconosciuta alle grandi masse, attirate da territori più conclamati e reclamizzati, imposti, talvolta, dal consumismo del nostro tempo che tutto può valorizzare e tutto può ignorare, ma che ha in sé enormi possibilità di sviluppo e che, comunque, è degno di essere ammirato e scoperto in tutta la sua completa ricchezza.

La gastronomia

Una particolare considerazione merita l'olio extravergine di oliva prodotto da questa terra, simbolo della millenaria civiltà agricola ed insieme settore trainante della Sabina.
Il clima mediamente temperato, la pendenza ideale dei sistemi collinari e l'esposizione ottimale di gran parte degli oliveti insieme con la varietà di piante consentono di ottenere un olio particolarmente leggero (colore giallo oro con sfumature sul verde per gli oli freschissimi, sapore fruttato, vellutato, uniforme, aromatico, dolce, amaro per gli oli freschissimi, acidità massima - espressa in acido oleico, in peso - 0,7 grammi per 100 grammi di olio, numero di Perossidi <= 10 Meq 02/Kg).

L'olio sabino ha ottenuto un importante riconoscimento: è il primo olio di oliva extravergine a Denominazione di Origine Controllata d'Italia. La Denominazione di Origine Controllata "Sabina" deve essere ottenuta dalle seguenti varietà di olivo presenti, da sole o congiuntamente, negli oliveti: Carboncella, Leccino, Raja, Pendolino, Frantoio, Moraiolo, Olivastrone, Salviana, Olivago e Rosciola per almeno il 75%. Possono, altresì, concorrere le olive di altre varietà presenti negli oliveti fino ad un massimo del 25%. Questo grazie anche ad una particolare cura per ogni momento della lavorazione: il prodotto di qualità si ottiene grazie alla molitura a freddo e ad un'attenta raccolta effettuata a mano sulle piante senza percuotere i frutti e alla conservazione del prodotto trasformato.

Nella gastronomia tradizione, estro e genuinità fanno leva sugli ingredienti di qualità già ricordati.
Per chi ama mangiare sano e di buon gusto segnaliamo alcuni semplici e genuini piatti locali: gli strozzapreti, dei maccheroni a matassa impastati a mano fini a ridurli in un unico lungo cordone dello spessore poco inferiore al mignolo e conditi con sugo di pomodoro, olio e aglio; le fregnacce, semplice impasto di acqua e farina che immerse in olio bollente formano un'appetitosa focaccia, resa ancor più gustosa dall'aroma della locale mentuccia (la santoreggia) che si aggiunge all'impasto; l'invernale padellaccia, che consiste in una stesa di polenta abbondantemente cosparsa di sugo, di formaggio, di ritagli di maiale appena macellato o di galluzze (il nome dialettale per i gallinacci).
Molto noti in Sabina sono i falloni, pani ripieni di foglie di bietola lessata e condita con aglio e olio, i frittelli, cime di broccoli impanate e fritte.