sabato 15 agosto 2009

Itinerario oraziano

La terra di Vacone è ricca di siti storici ed archeologici di enorme importanza giammai adeguatamente valorizzati; è intenzione dell'Amministrazione Comunale riordinare l'Itinerario Oraziano che ripercorre tutte le località che fecero da scenario all'opera del Poeta Quinto Orazio Flacco dal 33 a.C. in poi, nel suo soggiorno in Sabina.
Questo piacevole itinerario sarà percorribile autonomamente sia a piedi che in macchina, oppure contattando l'Ufficio Turismo e Cultura del Comune di Vacone (0746 676833) che periodicamente fornirà una guida opportuna. Il tempo complessivo massimo dell'itinerario è di circa un giorno.

L'itinerario si snoda attraverso i toponimi rintracciabili nell'opera oraziana ed ulteriormente ricordati in una ricca tradizione erudita: nel 1703 il Cardinal Bartolomeo Piazza descriveva in modo minuzioso questi luoghi, avvalorando l'opinione dei suoi predecessori.
Si parte dalla famosa villa donata da Mecenate al poeta nel 33 a.C..
Le vestigia attualmente visibili consistono nei monumentali criptoportici, i mosaici, le pavimentazioni ad opus spigatum, il ninfeo, simboli fallici, murature ad opus latericium ed opus incertum gli intonaci ed alcune strutture produttive necessarie all'autarchia ed al sostentamento del complesso abitativo.
Da qui si osserverà un meraviglioso panorama sulla valle Sabina. Dalla villa ci si sposta alla celebre Fonte Bandusia (carm. 3,13), dove, poco prima, troviamo la chiesa intitolata alla Madonna della Fonte. Questa ha un unico altare e la sua costruzione risale alla metà del XVII secolo; vi si celebra la festa ogni anno nella ricorrenza della Presentazione di Maria S.S.ma al Tempio.
Nella vigilia dei Fontanalia, festa che ricorreva il 13 ottobre, secondo Varrone (ling. 6,22), si gettavano ghirlande nelle fonti e si coronavano i pozzi; nell'Ode il Poeta promette libagioni di vino, corone di fiori ed il sacrificio di un capretto.

"O fonte di Bandusia, limpida come il cristallo, domani t'offrirò libagioni di vino, corone di fiori ed il sangue di un capretto con la turgida fronte dalle corna nascenti per destinarlo alle battaglie d'amore. Invano, giacché tingerà di rosso sangue le tue gelide correnti. Te non raggiunge la torrida canicola, tu con le fresche acque La Fonte Bandusia offri ristoro ai buoi stanchi d'arare ed al gregge errante. Anche tu diverrai una delle fonti famose, poiché io canto il leccio che ombreggia il tuo antro e la roccia ove sgorgano le tue acque mormoranti".

Dalla Fonte Bandusia si potrà proseguire verso il paese di Vacone ove probabilmente era situato il tempio della dea Vacuna (Fanum Vacunae). Giunti al paese di Vacone si osserverà un incantevole panorama su tutta la Sabina e svetterà sulla destra il monte Soratte, cantato nella celebre ode a Taliarco (carm. 1,9).

"Guarda come s'erge il Soratte candido per l'alta neve, stanche selve non ne sostengono più il peso e per il gelo pungente le correnti dei fiumi sono immobili. Sciogli il freddo o Taliarco, ponendo tanta legna sul focolare, versa il vino di quattr'anni dall'anfora Sabina...".

Dietro il paese "post Fanum putre Vacunae" (Epist.1,10,49), in corrispondenza delle mura medioevali del castello, ancora oggi si rievocano i festeggiamenti alla dea Vacuna (Sacra Vacunae), ai quali partecipano tutti gli abitanti.
Da questo luogo si dovrà posizionare lo sguardo in direzione della vetta del monte (Virgilio, Eneide, libro VII, 1003-1016), sarà possibile distinguere chiaramente quello che Orazio stesso (carm. 1,17) chiama "le valli e le lisce rocce dell'Arso colle declive" (11-12).
L'itinerario si concluderà raggiungendo il Pago (carm. 3,18), il misterioso bosco sacro cantato anche da Plinio. Questo luogo rappresenta qualcosa di ancestralmente profondo nell'animo di tutti gli abitanti di Vacone, tanto da essere ancora oggi meta e scenario nei momenti di festa dell'intera comunità.

Non possiamo fare a meno di notare la piccola chiesa di S. Michele Arcangelo, attigua al complesso turistico (composto da una sala polifunzionale da 40 posti con annessa cucina che può essere affittata ad un costo di circa 75 euro al giorno rivolgendosi al Comune, telefonando allo 0746 676833) che un tempo era una residenza per eremiti.
La sua costruzione fu voluta dalla famiglia Vaini, già proprietari del castello e risale al XVII secolo. Oggi la chiesa è molto richiesta per la celebrazione di matrimoni e altre cerimonie, visto l'incantevole scenario del bosco vaconiano che le fa da cornice, recentemente attrezzato con barbecue, tavoli da pic-nic ed area camping con servizi igienici.

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