martedì 11 agosto 2009

La gastronomia

Una particolare considerazione merita l'olio extravergine di oliva prodotto da questa terra, simbolo della millenaria civiltà agricola ed insieme settore trainante della Sabina.
Il clima mediamente temperato, la pendenza ideale dei sistemi collinari e l'esposizione ottimale di gran parte degli oliveti insieme con la varietà di piante consentono di ottenere un olio particolarmente leggero (colore giallo oro con sfumature sul verde per gli oli freschissimi, sapore fruttato, vellutato, uniforme, aromatico, dolce, amaro per gli oli freschissimi, acidità massima - espressa in acido oleico, in peso - 0,7 grammi per 100 grammi di olio, numero di Perossidi <= 10 Meq 02/Kg).

L'olio sabino ha ottenuto un importante riconoscimento: è il primo olio di oliva extravergine a Denominazione di Origine Controllata d'Italia. La Denominazione di Origine Controllata "Sabina" deve essere ottenuta dalle seguenti varietà di olivo presenti, da sole o congiuntamente, negli oliveti: Carboncella, Leccino, Raja, Pendolino, Frantoio, Moraiolo, Olivastrone, Salviana, Olivago e Rosciola per almeno il 75%. Possono, altresì, concorrere le olive di altre varietà presenti negli oliveti fino ad un massimo del 25%. Questo grazie anche ad una particolare cura per ogni momento della lavorazione: il prodotto di qualità si ottiene grazie alla molitura a freddo e ad un'attenta raccolta effettuata a mano sulle piante senza percuotere i frutti e alla conservazione del prodotto trasformato.

Nella gastronomia tradizione, estro e genuinità fanno leva sugli ingredienti di qualità già ricordati.
Per chi ama mangiare sano e di buon gusto segnaliamo alcuni semplici e genuini piatti locali: gli strozzapreti, dei maccheroni a matassa impastati a mano fini a ridurli in un unico lungo cordone dello spessore poco inferiore al mignolo e conditi con sugo di pomodoro, olio e aglio; le fregnacce, semplice impasto di acqua e farina che immerse in olio bollente formano un'appetitosa focaccia, resa ancor più gustosa dall'aroma della locale mentuccia (la santoreggia) che si aggiunge all'impasto; l'invernale padellaccia, che consiste in una stesa di polenta abbondantemente cosparsa di sugo, di formaggio, di ritagli di maiale appena macellato o di galluzze (il nome dialettale per i gallinacci).
Molto noti in Sabina sono i falloni, pani ripieni di foglie di bietola lessata e condita con aglio e olio, i frittelli, cime di broccoli impanate e fritte.

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